martedì 4 ottobre 2011

Cosa sia l’esperienza dell’espansione della coscienza forse uno talvolta se lo chiede.
Ma forse non si rende conto che può rispondersi facilmente da solo, per sua diretta esperienza.

I livelli di coscienza in sottoinsiemi concentrici

Come fa uno stato di coscienza a ritenere di essere più “reale” rispetto a un altro?
Come fa lo stato di veglia a dire: "quello che stavo sognando la notte scorsa non era reale, è invece reale quello che vedo adesso”. Eppure mentre sognavo anche quello ero certo fosse reale... 

Tuttavia ci sembra che la strada verso la "realtà più vera", oggettiva, abbia una direzione: quella centrifuga.
Ovvero la coscienza si accorge di essersi fino a quel momento ingannata solo quando raggiunge e supera il limite, rompe il livello: si espande, quindi, acquisendo nella nuova area di comprensione tutto lo spazio del livello inferiore (il sonno con il sogno) + qualcosaltro.
Per esempio quando siamo in veglia siamo coscienti del sogno che abbiamo vissuto, siamo coscienti delle cose del mondo che ora vediamo e tocchiamo, e riteniamo, secondo evidenza, queste ultime più reali di quelle del sogno perchè le comprendiamo entrambe: la coscienza si è estesa.
Il sonno è come un sottoinsieme della veglia, la quale è consapevole di entrambi.
Non può invece avvenire il percorso contrario, non si può essere coscienti del mondo della veglia mentre si dorme, quindi il mondo della veglia acquisisce una realtà maggiore, più ampia.
è qui che il registro interno di evidenza si giustifica: posso dire che l'evidenza di maggiore realtà della veglia rispetto al sonno è legittimo perchè uno stato è in presenza dell'altro, ma non viceversa.

A questo punto, dopo il superamento del livello sonno / veglia.... ci sono altri limiti superiori valicabili che mi facciano ritenere la veglia uno stato inferiore di percezione della realtà?
Sì.
Il primo è lo stato di coscienza di sè. Si va ancora di più verso l’esterno: la coscienza osserva se stessa.
Ora abbiamo un cerchio concentrico ancora maggiore, più espanso, che comprende il mondo dei fenomeni come lo vediamo + qualcosaltro.
L’auto-osservazione mostra come la coscienza sia mossa da compensazioni che essa mette in moto in risposta ai fenomeni e ai propri stati interni, e fa percepire il livello inferiore come meno reale, meno completo rispetto a quello della coscienza di sè.
Il pensiero di pensiero (penso che sto pensando qualcosa) mette la coscienza in uno stato di osservazione di se stessa che le dà il distacco sufficiente ad espandere il suo angolo di visione, il suo dominio, la sua consapevolezza.
La coscienza di sè ha il suo sottoinsieme che è lo stato di veglia semplice (chiamiamolo così), e questo schema produce il registro che lo stato di veglia sia meno reale di quello in coscienza di sè.

E più oltre? La coscienza si allontana dall’auto-osservazione per espandere ancora di più la sua prospettiva e valicare la soglia dello stato di coscienza oggettiva.
Continua...forse...


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