Ho avuto una folgorazione. La metto subito qui in questo taccuino in cui sbattere e materializzare le intuizioni che temo scappino via, quelle che mi ribaltano il punto di vista su argomenti spesso scontati.
Allora il tema di oggi è: perchè lo sbadiglio è contagioso?
Risposta immediata per chi non ha tempo di leggere oltre: lo sbadiglio è un antico riflesso dell'organismo che si attiva in seguito a una minaccia di pericolo; il contagio avviene come preparazione dell'intero branco all'incombenza di quel pericolo nel proprio territorio.
- Scrivo con parole mie, e per concetti che do per assodati a me stesso, questo documento mi è utile solo per non essere perso nella memoria: mi scuso per le probabili incomprensibilità. -
Era un po' di tempo che pensavo a questo dilemma, e anzi, ero partito da quello ancora più contorto: come fa un raffreddore, un'epidemia di influenza a propagarsi tra la gente?
Ho l'impressione che: che si venga a contatto oppure no con i malati, il contagio avvenga comunque.
Anche se la risposta semplice secondo le Leggi Biologiche di Nuova Medicina è: l'influenza (raffreddore) è la risposta dell'organismo a un conflitto di paura di pericolo ignoto, quindi la paura del contagio produce il contagio stesso, mi sembra che questo non sia sufficiente a spiegare il sincronismo con cui avviene l'epidemia.
Ma soprattutto non si spiega l'omologazione dei sintomi nelle epidemie influenzali, perchè spesso questi sintomi sono identici nella maggioranza degli individui, malgrado ci sia alta probabilità di vissuti personali diversi, anche minimamente diversi. Cosa "coordina" i sintomi in un gruppo?
Senza considerare che persone isolate (vedo mia nonna su nel paesino) si ammalano senza venire in contatto con anima viva.
I media certo fanno un gran lavoro nella distribuzione del panico da malanno, questo è molto utile alle casse delle farmacie e assicura fatturato per tutto il periodo invernale prima di attaccare con le allergie primaverili.
Allora ho pensato: il raffreddore sappiamo che è la fase vagotonica in seguito all'ipersensibilizzazione delle mucose nasali, attivate dal pericolo ignoto.
Biologicamente è come un gatto che finisce in un territorio nuovo, non sa bene quello che c'è in giro e cosa troverà dietro l'angolo, quindi istintivamente i suoi muscoli si tendono, cammina furtivo e il suo naso parte come una pompa a sondare l'aria per catturare ogni micro-odore.
Ha attivato le mucose, le ha ipersensibilizzate. Questo è quello che succede al nostro naso qualche giorno prima del raffreddore, senza che ce ne accorgiamo.
Ora mettiamo un altro gatto insieme al precedente, così si accorgerà che l'altro è in stato di allerta, mettendosi anch'esso in allerta cominciando ad annusare l'aria: aiuto, succede qualcosa.
è come un riflesso che si propaga nel branco, perchè se tu sei in allerta in questo territorio, allora anch'io potrei essere in pericolo!
Così tutto il branco sarà pronto al pericolo imminente con le narici ulcerate. Per ora mi fermo qui.
Veniamo allo sbadiglio: lo sbadiglio è un sintomo di mancanza di aria, va ad alimentare i bronchi e si manifesta molto quando ci svegliamo e abbiamo bisogno di forze, quando dovremmo essere a dormire ma abbiamo bisogno di stare in piedi di più, e poi in quelle persone che hanno subìto uno spavento, una minaccia nel territorio (lavoro, famiglia).
Biologicamente mi sembra che il meccanismo sia identico a quello del raffreddore: io vedo un individuo del mio branco fare rifornimento di aria perchè il territorio è minacciato, e quindi capisco che si sta preparando a una delle 2 cose: o ad attaccare o a scappare. E io sono nel suo stesso territorio, è il caso che mi preparo anch'io! Più aria nei polmoni, quindi energia rapida pronta all'uso.
Dobbiamo immaginare che in tempi neanche tanto remoti il branco (che è la principale arma di difesa dell'essere umano) era costantemente minacciato, e costantemente ci si preparava ad attacchi esterni.
Questi sono i due casi più semplici di contagio, ma mi sono persuaso che questo meccanismo di sicurezza, atto a preservare il branco e la specie, possa essere identico in tutte le manifestazioni ectodermiche della corteccia cerebrale, cioè la parte più recente del cervello che ha a che fare con le relazioni con il gruppo e la sua sopravvivenza.
Certo, nella nostra società le vestigia dello sbadiglio e del raffreddore perdono ogni significato, ma non possiamo chiedergli di sparire da domani, dopo centinaia di milioni di anni di evoluzione (non parlo esclusivamente di quella umana) contro poche centinaia di anni di società civile. L'evoluzione ha altri tempi e ritmi, e ne portiamo i segni.
Però non mi bastano queste risposte, credo ci sia dell'altro.
Perchè la scienza non ha mai spiegato una serie di fenomeni evidenti che in questo caso mi sono più chiari: quel "cordone energetico" che lega individui lontani tra loro, una percezione sottile difficilmente spiegabile che fa dire a un gemello lontano: "a mio fratello sta succedendo qualcosa di grave", o che fa ritornare a casa un cane che si è perso distante centinaia di km, o altri fenomeni telepatici ed empatici di gruppo.
Il gruppo, il branco, usa mezzi ad ogni livello per comunicare, soprattutto quando il messaggio è: pericolo per la sopravvivenza. Allora in quel caso i codici della comunicazione sono quelli incisi nella vita, bio-logicamente saldati nel dna, e viaggiano nei riflessi più o meno vegetativi del corpo ma anche a livelli impalpabili, che permeano il piccolo gruppo di persone, quello grande, e addirittura alcuni segnali legano la società umana intera.
Sono forze create nell'evoluzione e dall'evoluzione, con il fine della permanenza della specie.
Detto altrimenti: sì, lo sbadiglio lo vedo e mi contagia, il raffreddore lo vedo e mi contagia, ma posso anche immaginare e ritengo indubbio che un'energia intangibile, all'oscuro dell'organo della vista e degli altri sensi, unisca gli esseri viventi e influenzi il comportamento degli organismi, coordinandoli in una relazione di empatia.
Cosicchè i contagi di ogni genere e i relativi sintomi sono reazioni a segnali di pericolo più o meno sottili per il branco, la specie, con il fine del mantenimento della vita.
Allora il tema di oggi è: perchè lo sbadiglio è contagioso?
Risposta immediata per chi non ha tempo di leggere oltre: lo sbadiglio è un antico riflesso dell'organismo che si attiva in seguito a una minaccia di pericolo; il contagio avviene come preparazione dell'intero branco all'incombenza di quel pericolo nel proprio territorio.
- Scrivo con parole mie, e per concetti che do per assodati a me stesso, questo documento mi è utile solo per non essere perso nella memoria: mi scuso per le probabili incomprensibilità. -
Era un po' di tempo che pensavo a questo dilemma, e anzi, ero partito da quello ancora più contorto: come fa un raffreddore, un'epidemia di influenza a propagarsi tra la gente?
Ho l'impressione che: che si venga a contatto oppure no con i malati, il contagio avvenga comunque.
Anche se la risposta semplice secondo le Leggi Biologiche di Nuova Medicina è: l'influenza (raffreddore) è la risposta dell'organismo a un conflitto di paura di pericolo ignoto, quindi la paura del contagio produce il contagio stesso, mi sembra che questo non sia sufficiente a spiegare il sincronismo con cui avviene l'epidemia.
Ma soprattutto non si spiega l'omologazione dei sintomi nelle epidemie influenzali, perchè spesso questi sintomi sono identici nella maggioranza degli individui, malgrado ci sia alta probabilità di vissuti personali diversi, anche minimamente diversi. Cosa "coordina" i sintomi in un gruppo?
Senza considerare che persone isolate (vedo mia nonna su nel paesino) si ammalano senza venire in contatto con anima viva.
I media certo fanno un gran lavoro nella distribuzione del panico da malanno, questo è molto utile alle casse delle farmacie e assicura fatturato per tutto il periodo invernale prima di attaccare con le allergie primaverili.
Allora ho pensato: il raffreddore sappiamo che è la fase vagotonica in seguito all'ipersensibilizzazione delle mucose nasali, attivate dal pericolo ignoto.
Biologicamente è come un gatto che finisce in un territorio nuovo, non sa bene quello che c'è in giro e cosa troverà dietro l'angolo, quindi istintivamente i suoi muscoli si tendono, cammina furtivo e il suo naso parte come una pompa a sondare l'aria per catturare ogni micro-odore.
Ha attivato le mucose, le ha ipersensibilizzate. Questo è quello che succede al nostro naso qualche giorno prima del raffreddore, senza che ce ne accorgiamo.
Ora mettiamo un altro gatto insieme al precedente, così si accorgerà che l'altro è in stato di allerta, mettendosi anch'esso in allerta cominciando ad annusare l'aria: aiuto, succede qualcosa.
è come un riflesso che si propaga nel branco, perchè se tu sei in allerta in questo territorio, allora anch'io potrei essere in pericolo!
Così tutto il branco sarà pronto al pericolo imminente con le narici ulcerate. Per ora mi fermo qui.
Veniamo allo sbadiglio: lo sbadiglio è un sintomo di mancanza di aria, va ad alimentare i bronchi e si manifesta molto quando ci svegliamo e abbiamo bisogno di forze, quando dovremmo essere a dormire ma abbiamo bisogno di stare in piedi di più, e poi in quelle persone che hanno subìto uno spavento, una minaccia nel territorio (lavoro, famiglia).
Biologicamente mi sembra che il meccanismo sia identico a quello del raffreddore: io vedo un individuo del mio branco fare rifornimento di aria perchè il territorio è minacciato, e quindi capisco che si sta preparando a una delle 2 cose: o ad attaccare o a scappare. E io sono nel suo stesso territorio, è il caso che mi preparo anch'io! Più aria nei polmoni, quindi energia rapida pronta all'uso.
Dobbiamo immaginare che in tempi neanche tanto remoti il branco (che è la principale arma di difesa dell'essere umano) era costantemente minacciato, e costantemente ci si preparava ad attacchi esterni.
Questi sono i due casi più semplici di contagio, ma mi sono persuaso che questo meccanismo di sicurezza, atto a preservare il branco e la specie, possa essere identico in tutte le manifestazioni ectodermiche della corteccia cerebrale, cioè la parte più recente del cervello che ha a che fare con le relazioni con il gruppo e la sua sopravvivenza.
Certo, nella nostra società le vestigia dello sbadiglio e del raffreddore perdono ogni significato, ma non possiamo chiedergli di sparire da domani, dopo centinaia di milioni di anni di evoluzione (non parlo esclusivamente di quella umana) contro poche centinaia di anni di società civile. L'evoluzione ha altri tempi e ritmi, e ne portiamo i segni.
Però non mi bastano queste risposte, credo ci sia dell'altro.
Perchè la scienza non ha mai spiegato una serie di fenomeni evidenti che in questo caso mi sono più chiari: quel "cordone energetico" che lega individui lontani tra loro, una percezione sottile difficilmente spiegabile che fa dire a un gemello lontano: "a mio fratello sta succedendo qualcosa di grave", o che fa ritornare a casa un cane che si è perso distante centinaia di km, o altri fenomeni telepatici ed empatici di gruppo.
Il gruppo, il branco, usa mezzi ad ogni livello per comunicare, soprattutto quando il messaggio è: pericolo per la sopravvivenza. Allora in quel caso i codici della comunicazione sono quelli incisi nella vita, bio-logicamente saldati nel dna, e viaggiano nei riflessi più o meno vegetativi del corpo ma anche a livelli impalpabili, che permeano il piccolo gruppo di persone, quello grande, e addirittura alcuni segnali legano la società umana intera.
Sono forze create nell'evoluzione e dall'evoluzione, con il fine della permanenza della specie.
Detto altrimenti: sì, lo sbadiglio lo vedo e mi contagia, il raffreddore lo vedo e mi contagia, ma posso anche immaginare e ritengo indubbio che un'energia intangibile, all'oscuro dell'organo della vista e degli altri sensi, unisca gli esseri viventi e influenzi il comportamento degli organismi, coordinandoli in una relazione di empatia.
Cosicchè i contagi di ogni genere e i relativi sintomi sono reazioni a segnali di pericolo più o meno sottili per il branco, la specie, con il fine del mantenimento della vita.
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Gli studi scientifici sullo sbadiglio che si trovano in ordine sparso rilevano anche: si contagia di più parenti e amanti. La risposta secondo questa teoria: certamente, la famiglia è il tuo "branco" da preservare.
Si contagia solo dopo i 4 anni di età: ovviamente un bambino che non cammina è anche un bambino che non può scappare, sarà la mamma ad incamerare più aria per fuggire col bimbo in braccio.